21 aprile -1° maggio 2001: TRA
SOGNO E REALTÀ' Mario Paganini
Maria Rita Eusepi, Voltanese per
scelta, ha sempre amato l'arte. Dopo aver esercitato alcune professioni , modifica il
centro dei suoi interessi. Decide allora di frequentare con grande entusiasmo e lodevole
profitto i corsi tenuti presso la scuola d'arte "Bartolomeo Ramenghi" di
Bagnacavallo, coordinati dalla sapiente e capace guida di Liliana Santandrea. In seguito
segue l'attività espositiva di eccellenti artisti locali. Infine, dopo aver approfondito
e perfezionato le sue conoscenze, si getta in una nuova avventura: artista a tempo
pieno.Per una donna non è facile; per una moglie e una madre è ancora più difficile, ma
Maria Rita ha un carattere dolce, ma tenace. Artista eclettica mostra presto di possedere
uno stile e padroneggia, con maestria, numerose tecniche sia nella pittura sia nella
ceramica. Carlo Polgrossi, esimio esperto d'arte, stupito ed ammirato, scrive presto di
lei per farci sapere che Maria Rita "dipinge con continuità da pochi anni e,
pertanto, ancora non possiede una storia sufficientemente densa ed estesa all'interno
della quale ricercare, con sicurezza, apporti culturali e paternità artistiche
definite". Inoltre lo studioso aggiunge nel suo giudizio: "pare importante,
tuttavia, rimarcare la qualità pittorica delle opere recenti, resa, fra l'altro, ancora
più sorprendente dal medium usato per realizzarle, vale a dire la spatola,
strumento quanto mai ostico e semplificativo". Nei supporti le sue tele sono fedeli
alla tradizione, infatti persiste nell'uso dei colori ad olio, mentre i suoi colleghi sono
migrati numerosi verso i più facili , comodi ed economici colori acrilici.Il colore è
distribuito in modo accurato; una prima occhiata frettolosa e distratta ci suggerisce una
pittura corposa, materica, "succosa". Da vicino si nota, invece, un meticoloso
lavoro fatto sfruttando minimi spessori. Così, per accentuare gli effetti, Maria Rita non
esita a graffiare via il colore fino a far vedere la tela pigmentata.' Nelle opere
dell'artista notiamo, poi, differenze nella scelta dei temi trattati o dei soggetti
rappresentati tra i quadri e le sculture.Nei dipinti, infatti, i soggetti sono,
soprattutto, dei paesaggi o degli scenari naturali visti, frontalmente, sorvolati a volo
radente oppure aperti su un orizzonte sterminato. Sono paesaggi "ricchi di toni
mentali e antinaturalistici, che esprimono una poetica permeata di sogno e di malinconia,
un desiderio di spazi incontaminati, un'ansia di purezza che, sfida impossibile a
vincersi, finisce per racchiudere l'esistenza in un cerchio di solitudine". E' una
natura splendida, che non ha conosciuto la contaminazione della civiltà umana, ma neppure
la presenza della fauna. L'artista si sofferma in una meticolosa disposizione del colore
così che le sensazioni e le emozioni da lei provate possano essere colte anche dall'animo
dell'osservatore. Maria Rita Eusepi "senza nulla concedere a falsi estetismi, scava
imperterrita entro il proprio vissuto e ci offre quest'algida ed insolita visione, lontana
dal tepore dei sogni più comuni, ma sapiente ed accattivante." I suoi sono colori
"freddi" che, sfruttati fino all'inverosimile nell'ultima variazione di
tonalità, possono produrre o caratterizzare i paesaggi che 1'artista ci propone. E' una
vegetazione rigogliosa, ma non lussureggiante, perché è alla natura nel suo insieme che
Maria Rita vuole tributare un omaggio. E' una natura avvertita, pertanto, come essenza,
come entità viva, vitale e vivificante. In ogni suo lavoro traspare un cuore pulsante e
generoso, mentre risulta vano il tentativo di individuare, con chiarezza, sia il tronco di
un albero sia i petali dei fiori. Coinvolto emotivamente il visitatore avverte, come un
rabdomante, dell'acqua che, però, non è rappresentata in maniera evidente e neppure
utilizzando i colori usuali. Tuttavia sentiamo che, sovente, ciò che vediamo è una
rappresentazione nuova di stagni, acquitrini, paludi, rivoli, cadute d'acqua. Nelle sue
vedute non mancano orizzonti sconfinati né gli altopiani e neppure i calanchi o le rocce.
Squarci nella partizione del colore e interruzioni nella continuità attesa della
narrazione dell'opera d'arte colpiscono gradevolmente lo sguardo del visitatore. Di Nuovo
riecheggiano nella mente le parole, ben soppesate in un giudizio acuto e autorevole, di
Carlo Polgrossi che, riflettendo sulla rappresentazione della realtà fatta da Maria Rita,
nota come il suo "è un mondo di cristallo, lieve, senza confini, dove solo il
pensiero può evitare di smarrirsi. E' una poesia fragile, lontana dalla violenza e dalla
banalità del quotidiano, sono echi e luoghi presso cui solo chi dipinge per necessità
interiore può trovare residenza e conforto". Ma non c'è solo la pittura
nell'artista Voltanese. Maria Rita ha fatto delle straordinarie sculture, perché lavora
moltissimo con la ceramica. Non produce solamente piatti, decorati superbamente, nei quali
piacevoli combinazioni di colore e forme casuali costituiscono l'elemento portante, ma si
avverte chiaramente che preferisce il modellato, la creazione a tutto tondo, la scultura.
Apprezzata da collezionisti grandi e piccoli, affronta temi diversi, proponendo soggetti e
situazioni molteplici. Non può mancare, anche nel tridimensionale, la natura, ma -
sorpresa - ricorrono, con frequenza, le qualità umane o la memoria dell'attività e della
presenza dell'uomo. Abbiamo, come risultato, rappresentazioni, non stereotipate, della
"maternità". Anche le virtù ed i sentimenti sono, pertanto, frequentemente
affrontati e rappresentati. E' il modo scelto da Maria Rita per dare una voce ed una ...
forma ai tanti bisogni, specialmente interiori, che molti di noi avvertono, quali un
ritorno al vero, all'autentico, sentiti come bisogno primario. Il suo è un abbandonare le
ipocrisie, i formalismi, le celebrazioni retoriche per riscoprire l'essenzialità di una
situazione e/o di un rapporto. Tutto ciò è possibile e può rinascere anche attraverso
gesti semplici e spontanei. E' un esempio, di questa sua convinzione, la bella scultura
intitolata "amicizia". L'artista ha, infine, precorso i tempi nei suoi lavori
intitolati "totem" e "civiltà" che sono opere meticolose ed accurate,
collage che traggono dalla loro eterogeneità e diversità un fascino irresistibile, ma
anche feticci che ci ammoniscono contro i possibili eccessi oppure simboli che ci
rammentano quanto fragile e precario sia conservare un equilibrio duraturo tra tutte le
cose. |